Quando questo evento è stato annunciato tipo a febbraio il mio cervello è stato molto chiaro: non hai soldi, non hai un lavoro, non sai dove sarai a giugno, e mentre ancora elaborava questi pensieri le mie mani avevano già pagato senza possibilità di rimborso due biglietti e l’albergo.
LE NUOVE LEVE CHE FARANNO IL CULO A TUTTI
Arrivo presso il Circolo Magnolia alle 16.30 e sul palco 2 (quello piccolo e hardcore) Ëgo si sta già esibendo – peccato aver perso metà set perché ne valeva la pena.
Set di apertura molto, forse troppo corti – si e no 12 minuti a testa. Seguono il set di Nxfeit e di Holy Francisco, che mannaggia a te Francisco nella mia testa c’è ancora scoPAPAPARAPARAPAPA PARAPARA.



IL PADRE DI TUTTI GLI EMO: JACK OUT
Dopo l’esibizione dei tre emergenti, in arrivo sul palco il padre di tutti gli emo, Jack Out in tutto il suo splendore da Cow Boy sale sul palco per donare della poesia che salva le anime e ci benedice con la pistola d’acqua santificata in nome del Punx.
Nota di merito al sorriso di Loob, che vince il premio con DJ più sorridente mai visto.




Si passa a un momento di pausa, ricontrollo il merch ma capisco subito che non riuscirò a prendere molto: una bancarella piccola quasi quanto il banco delle elementari senza i prezzi indicati e con una fila che arriva fino a Linate.
Però ci sono tipo 4 bar quindi non si muore di sete e ci si consola facilmente. Nota invece di merito per la gestione Food and Drink: presenti distributori di acqua GRATIS, e anche quando questi hanno smesso di funzionare, i veri eroi della serata (chi cucina e ci serve da bere) hanno subito cominciato a spillare acqua a ripetizione e distribuirla gratis, e fatevelo dire da qualcuno che ha visto qualche centinaio di concerti: no, non è una cosa ovvia proprio per nulla, e già questo ti fa capire che non è uno di quegli eventi organizzati per riempirsi il porta monete, ma per riempire le anime di chi va a sentire la musica.
BEAUTY SCHOOL DROPOUT
Tempo di un cambio palco veloce – e ci mancherebbe con due palchi – ecco sullo stage principale i BSD accolti strabene dal pubblico. Un esibizione da far invidia a molti, ed un peccato averla vista solo da lontano. Mancanza di foto e video(ci stavano 40 gradi e la gente sotto la stecca del sole seduta ad aspettare i set dopo no ma voi siete matti io sarò andata 17 volte a prendere l’acqua solo in questo set).
ZAND
Al che, fissa al palco due al quale mi sono affezionata, arriva l’esibizione che mai mi sarei aspettata di vedere: ZAND. Il progetto ZAND è incredibilmente particolare, definito l’artist*/gli artist* stesso come Ugly Pop e che dovessi definire a parole mie direi che è un flasco assurdo, un po’ industrial, un po’ scream, e molto flasco assurdo appunto. Vorrei saper spiegare di più, ma dovete ascoltare. Dopo svariate ore di editing per le foto mi sono accorta che c’erano capezzoli ovunque quindi beccatevi il video di « I Spit on your grave »
MOD SUN
Dopo questa piacevole sorpresa, il prossimo set è quello di Mod Sun: anche in questo caso l’età avanzata non mi ha permesso di tentare la prima fila. Mod Sun non è stato solo fantastico, è stato super fantastico: una performance da dio, band super preparate, voce sempre on point, godo vibes e splendidi discorsi: un artista che non ha bisogno di chiedere al pubblico di fare casino ogni due secondi, perché capace di tirar su uno show come si deve sotto ogni aspetto, coinvolgendo amici e pubblico, sopra e sotto il palco. La pelle d’oca durante alcuni pezzi ha raggiunto dei livelli che non sapevo di poter raggiungere.



LIL LOTUS (e mezzo Summersad Fest)
Al termine dell’esibizione di Mod Sun ho cominciato ad abbracciare la transenna dello stage 2 rendendomi conto di essere in prima fila: figata. Dalle transenne vediamo Lil Lotus a lato del palco, probabilmente appena arrivato dopo aver visto il set del suo amico Mod Sun, e il pubblico comincia subito a chiamarlo e applaudirlo. Lui sale sul palco visibilmente provato dal viaggio/tour/set di Mod Sun (oppure dallo jagermeister) con un sorriso enorme e lancia un messaggio: fanculo tutti, siamo qui per divertirci. Lil Lotus era già uno dei miei artisti preferiti prima di questo evento, il vederlo live ha solo confermato l’amore che di prova per questo ragazzo. Scegliere di farlo esibire sul palco piccolo è stata la scelta migliore al mondo: l’esibizione di Lotus era in realtà l’esibizione di tutte le persone li presenti. Qui sotto la prima canzone del live, giusto per darvi un POV più che valido della situazione.
Lil Lotus era il pubblico che ascoltava i fan cantare le sue canzoni e tutti noi ci sentivamo un po’ Lil Lotus, solo che eravamo tutti stonati e lui invece no. Lil Lotus ha fatto salire un ragazzo a caso dal pubblico sul palco per cantare con lui, Lorenzo.
Lorenzo ha spaccato, ha cantato benissimo, aveva un energia super positiva ed era letteralmente il bambino più felice che abbia mai visto salire sul palco per cantare. Sicuro pure Lotus é rimasto colpito dalla sua performance, regalandogli una delle sue collane (mica come i trapper coi debiti che ti menano perché l’ice in realtà non se lo potevano permettere). In allegato una preziosa prova video dell’avvenimento, bella per Lorenzo!
L’esibizione di Lorenzo e il legame con i fan dimostra quanto Lotus ama alla follia quello che fa, ma non è tutto: sul palco con lui, a turno, sono arrivati anche sace6 (caro amico di Lotus, che lo ha accompagnato in un paio di canzoni) e Mod Sun, dimostrando a tutti che il bello di questo genere e di questi eventi non è la grandezza dello stage, non è l’essere sotto contratto con Epitaph, non è la posizione sul cartellone e nemmeno i soldi: tutto questo deve essere fatto per far stare bene te e gli altri. Raramente mi è capitato di vedere così tanti sorrisi spontanei su un solo palco, in un solo set, ed è stato bellissimo ❤









THEO FIKS E PLANT AKA LA SAD
Arriva il momento culto della serata che un po’ tutti aspettavamo: è il momento del set de La Sad. È anche il momento perfetto per andare a prendere da mangiare: a questo punto la fila per il cibo è inesistente, e nonostante le svariate ore di lavoro davanti a un forno quando già ci sono 40 gradi di temperatura ambiente, il cibo arriva perfetto da personale gentile: non smetterò mai di scriverlo raga, i veri eroi sono quelli che sono stati lì a cucinare e darci da bere tutto il giorno. Punto bonus: la fame era così tanta che ho finito di mangiare prima dell’inizio del concerto.
Ed ecco arrivare le nostre principesse che hanno dato un altro significato al TrioColore, in tutta la loro bellezza: obbligo di apertura con la canzone che ha dato il via al movimento Punx e il nome al festival: Summersad. Un live movimentato, acceso e pieno di intrattenimento, musicale e non. Anche qui ospiti sul palco come se piovesse: Jack Out, Dario dei dARI, Mod Sun e chi più ne ha più ne metta. Dietro alle corde Moka e dietro le padelle Paolo Gnani (raga in realtà non vedevo dietro le pentole, se non era lui figuremmeeeee figuremeeeeee).
Notevole e degno di nota il lavoro di scenografia del palco: dalla programmazione delle luci, agli spara coriandoli, fumo (ma non quello dell’allenamento polmonare). Bello vedere giovani e meno giovani, tutti insieme, cantare felici e beati scordandosi di tutte le cose brutte per quell’ora e mezza di show, dove la prima preoccupazione è solo una: divertiti, per questa ora e mezza, dimentica tutto quello che ti fa stare male fuori di qui o esorcizzalo con la musica.



Ne approfitto anche per andare nuovamente al merch, dove so già che la mia taglia è finita per qualsiasi cosa ma ci tengo lo stesso: ne segue una discussione surreale fatta a gesti con il ragazzo stremato dalla giornata, dove chiedo un paio di taglie e qualche prezzo: sarà che eravamo entrambi stanchi, ma apparte il fatto che era finito tutto (ma letteralmente tutto) non ho capito un cazz. Nota di demerito per il merch limitato manco fosse un buono pasto in tempo di guerra: raga è il vostro stesso festival e la nuova linea del merch era appena uscita, grave non averlo disponibile al tuo stesso festival e in abbondanza.
VOTO FINALE DEL SUMMERSAD FEST: 99.5/100
Tutto sommato un esperienza che rifarei subito e che mi auguro diventi un evento fisso tutti gli anni, magari diviso su più giorni e magari che visita anche più città: quel tipo di festival che tra qualche anno farà sicuramente invidia ad altri paesi in Europa (e un po’ anche in America) dove la gente si prenderà pure il biglietto aereo per andare a vedere il Summersad Fest: perché se lo merita sia chi ha sputato sangue per renderlo possibile, se lo merita l’Italia e se lo meritano tutti i fan di questo genere.
Le cose più importanti erano tutte on point: bella musica che si sente bene, palchi fighi, security amichevole, good vibes in generale e acqua gratis, tanti bar facilmente accessibili, prezzi all’interno più che onesti, staff degli stand food/drink gentili e cordiali anche se stavano a lavorare davanti ai forni con 40 gradi all’ombra, acqua gratis visto che è giugno, prezzo del ticket fin troppo onesto, Line Up da urlo, nessuno si è atteggiato da rockstar stile Gallagher degli Oasis, acqua gratis dio mio non finirò mai di dirlo GRAZIE GRAZIE GRAZIE perché ho visto troppi eventi di money grabber che ti fan pagare pure quella.
Note di demerito: la lunga fila dell’unico punto food (che però era gestito da eroi), banco del merch minuscolo, poco fornito e senza prezzi visibili.

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