Dear Maryanne – and Nothing Bad Happened: l’album emo di cui avevamo bisogno e che non ci meritavano

I Dear Maryanne, sono un gruppo di Boston che fa musica emo con un po’ di Midwest emo ma senza esagerare, and Nothing Bad Happened è il loro primo album, dopo un EP uscito lo scorso anno e un sacco di singoli spoilerati su Instagram (ne parliamo tra un attimo).

Emergente è una brutta parola, però quando parliamo di Freddy, Danny e Daniel non ci riferiamo a gente che riempie i club o gli stadi, ma poi a chi riesce a fare i concerti anche nelle cantine o piccolissimi club. Originari di Boston (che secondo me è usato come escamotage per parlare di un piccolo paese che nessuno conosce in qualche periferia ma è un po’ difficile trovare una bio precisa della band), che si trova nel Massachusetts quindi patria di emo kids fissati con Halloween a causa della vicinanza con Salem e con i Driveways, presentano un songwriting alquanto unico senza particolari virtuosismi.

Nonostante il tipo di tuning abbastanza nerd usato che ha un sacco di D e di A  (DADF#AE), non suonano sicuramente a un entry level, ma non hanno bisogno di inutili virtuosismi che dicono “ho il manico della chitarra più lungo del tuo” alla Algernon Cadwallader o Tiny Moving Parts, perché quello che li distingue IMHO sono due cose: i testi e le linee vocali. Questo non vuole assolutamente togliere nulla alla parte strumentale della band che personalmente mi fa impazzire per quanto sia bella e semplice, anzi, la vedo come un punto di forza; ma forse non il primo motivo per perché questo è uno degli album più belli del 2024.

La fortuna di andare virali su Instagram (più o meno)

Non so se si può veramente definire andare virali, ma circa un anno fa l’algoritmo di blessa con questo video

Ed è proprio Mike Wazowski che la mia testa esplode, tipo quando ho visto Evil Dead 2 la prima volta.

A mo di autopresa per il culo, ecco la battuta stereotipo sulla musica emo con un testo che sembra quasi demenziale al primo ascolto, soprattutto se non si è già navigati del genere: però la canzone è super orecchiabile. 4 accordi, chitarra e voce: sembra semplice ma vorrei vedere questa semplicità a badilate. Sembra deleterio: però la canzone, per quanto joke al primo ascolto, funziona.
Spoiler, questa canzone è stata riarrangiata e c’è nell’album.

Semplicità nel comporre che però fa la sua figurona anche con solo 2 accordi e con un attitudine più seria

Siamo arrivati al punto dove la gente ha cominciato a chiedere le tabs per queste canzoni-joke da 40 secondi: per me questo è un segno dove ti viene da dire “oh, però secondo me le cose cominciano a farsi serie qui”

Per quanto il tutto sia “Low Budget”, la tattica funziona e la gente comincia a conoscere i Dear Maryanne da queste joke songs, me compresa.

Non c’è un abuso di farmaci che “ho bisogno degli xan per x motivi”, non c’è la necessità di dire che si viene dal nulla e ci si è costruiti da soli, nessun grande big trauma che distingue i Dear Maryanne da molti altri, che è un po’ il marchio di fabbrica per tanti che fanno musica, ma c’è il racconto della vita di ogni giorno, di persone che non sono troppo legate a dire “sono del ceto basso” piuttosto che medio piuttosto che alto: racconti di vita di ogni giorno.
Le parole sono scelte da dio e con cura ovviamente, ma nessuna esperienza fuori di testa dal contesto dal quale vengono: nostalgia, giri in macchina, amicizie, l’uscita con la ragazza.

In qualche modo, sono convinta che la semplicità e la sincerità di questi ragazzi sia probabilmente uno dei grossi motivi del loro successo e di quanto sia bella la loro musica.

Foto di Instagram

Nonostante abbia cominciato a scrivere questo articolo il giorno di uscita dell’album, ora siamo a 3 settimane dal Drop e i numeri non deludono: decine di migliaia di ascolti e il singolo di lancio a quasi 300’000 ascolti su Spotify, più che meritati IMHO.

Un mix e master secondo me perfetto per il genere: pulito ma non così pulito da suonare uscito con lo stampino dalla “tipica produzione pop-punk 2024”, suoni della chitarra perfetti per il genere, voce whiny on point con tanto di sporche sotto.
Si possono trovare un sacco di influenze emo, e mi è piaciuto particolarmente come Stomach Hands mi ha ricordato l’album Chesire Cat dei Blink 182 a livello di suoni.

Se devo trovare un difetto a questo album è la durata di soli 15 minuti – quasi illegale.

Voto finale: 9 pizze su 10

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