Le Interviste di Zio Punk: Dance! No Thanks.

In occasione dell’uscita di Empty Rooms, lo zione Nazionale ha deciso di fare due chiacchere con i Dance! No Thanks. e parlare della loro musica a progetti.

Empty Rooms è stata registrata al West Alley Recording di Los Angeles, da Kyle Black (produttori tra tanti di New Found Glory, State Champ Come Back Kid), mentre il Mix e Master è stato affidato a Fusix.

Una band made in Italy, del nord Italia come voi canta in inglese con un gusto sfacciato da linguaggio West coast americano. È stato un limite questo per suonare in Italia?

L’inglese ci rappresenta di più e pensiamo che si addica meglio al genere che facciamo. Non l’abbiamo mai visto come un limite, anzi, ci permette di raggiungere più persone. Tanto è vero che siamo finiti per un anno e mezzo su playlist editoriali pop punk di Spotify, insieme ad artisti principalmente americani. Questo risultato ci ha reso davvero orgogliosi.

Empty Room e il vostro nuovo singolo. Quanto vi ha influenzato il punk americano della West Coast e quali sono le vostre band di riferimento?

Empty Room è l’unico pezzo registrato negli Stati Uniti per ora. Sono stato parecchie volte a Los Angeles e le ho dedicato molti pezzi. Quest’estate ci sono tornato dopo qualche anno e ho avuto la possibilità di andare nello studio di Kyle Black (State Champs, Chunk! No Captain Chunk, New Found Glory). Esperienza unica.

Il pezzo è stato poi mixato e masterizzato in Italia dal nostro produttore e amico Andrea Fusini. 

Il punk americano della West coast ci ha influenzato tantissimo: siamo cresciuti con quelle vibes. Come gruppo di riferimento ti direi ovviamente i blink-182. Da sempre e per sempre. Per quanto riguarda gruppi degli ultimi anni, invece, sicuramente gli State Champs.

Progetti per il 2025? Un tour?

Abbiamo qualche idea per il prossimo anno.
Quello che possiamo dire è che ci piacerebbe tornare a suonare un pò in giro per l’Italia, il palco manca. Rimangono ancora delle questioni da sistemare per la line up, ma le intenzioni e le premesse questa volta sono buone.

Articolo e intervista di Giuliano Girlando

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