Le interviste di Zio Punk: Silly Sam

Silly Sam è uno dei più giovani della scena pop punk italiana, viene da Udine e vive a Milano, 21 anni. 

Samuele Buschsbaum, ha debuttato a giugno 2021 con il singolo che i intitola “IDC”, prodotto dal batterista Charlie Amendola e dal chitarrista Zeego, e parla dell’amore, quello universale. Si è diplomato al Liceo Musicale e ora è tornato un po’ nella sua terra d’origine per un progetto bellissimo proprio perchè per lui il Punk ci rende persone migliore abbiamo cercato di capire cosa volesse fare.

“Sto lavorando a qualcosa di più di una canzone. Ho iniziato a capire che l’Arte è una sola e nasce dalla passione, quindi sto unendo ciò che mi appassiona per creare qualcosa che sia di più di una “semplice” canzone. Credo che i giovani abbiano bisogno di parlare, di esprimersi.
La gioventù si trova con i riflettori puntati addosso da tutta la generazione adulta, immobilizzandosi in preda all’ansia e alla paura come un cervo di fronte ai fari di un tir.
È giusto che i ragazzi abbiano un luogo sicuro in cui esprimersi senza sentire il peso di ciò, senza contestualizzare ogni frase in un panorama quotidiano intricato.
La musica dà questa possibilità, è un linguaggio che consente di raccontarsi. I giovani hanno bisogno di esprimersi, ne hanno bisogno per sé stessi.
Questo è stato il pensiero alla base dell’attività fatta nelle scuole: far sì che la musica togliesse ogni proiezione che gli adulti (genitori, insegnanti, tutori) hanno sui ragazzi. Più che sogno nel cassetto ho una mappa del tesoro in mano. 

Quindi possiamo dire che hai un bel progetto per il prossimo anno?

Sto lavorando ad un 2025 pieno di eventi, pieno di musica. La cosa più bella (il vero tesoro) è poterlo fare assieme a persone a cui voglio bene e che credono nel progetto. Mai come ora mi rendo conto che non c’è “Silly Sam” senza il Silly Team e il prossimo anno dimostreremo cosa sa fare una squadra affiatata.
Credo nel potere terapeutico della musica, ma non nego che essa stessa possa essere causa di stress e problemi. Il panorama musicale e la sua industria mettono a dura prova artisti e collaboratori. Il Punk è una valvola di sfogo, ma spesso ci si deve interfacciare con una realtà molto più materialista e classista di ciò che vorrebbero dimostrare le canzoni. Paradossalmente fare musica è diventata la cosa “facile”. 

Il tema della salute mentale cosa è per te, in quello che fai e crei.

“Lo stress pervade tutti: manager, artisti, A&R, editori e chi più ne ha più ne metta. La scena punk ha la fortuna di essere molto liberatoria e ancorata ai concerti live, un gioco che vale la candela (candela fatta di promo, playlist, rassegne stampa, …). Mai come ora preservare la salute mentale diventa centrale, ma come credo che lo sia una buona dose di disillusione. Speriamo comunque che la musica continui a essere un modo per ispirare, che il punk ci renda persone migliori. “

Articolo e intervista di Giuliano Girlando

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